Cos’è il reflusso gastroesofageo?
Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita del contenuto gastrico in esofago.
L’esofago è quel tratto del canale alimentare dell’apparato digerente che unisce la faringe con lo stomaco in cui scorre il bolo alimentare, ovvero il cibo masticato e già parzialmente digerito dalla saliva. È a tutti gli effetti un condotto muscolare dotato di motilità, si contrae e rilascia favorendo la discesa del bolo.
Di per sé il reflusso gastroesofageo non è una malattia e può anche verificarsi in modo fisiologico diverse volte durante la giornata senza causare danni alla mucosa dell’esofago o generare sintomi. Diventa una malattia quando causa sintomi come il bruciore (pirosi) e rigurgito acido per l’incapacità della normale barriera antireflusso di proteggere da frequenti e anomale risalite di materiale più o meno digerito dallo stomaco.
Non tutte le persone con reflusso presentano lesioni della mucosa esofagea, altre invece hanno diversi gradi di esofagite (infiammazione dell’esofago anche con ulcere), stenosi peptiche (restringimenti dell’esofago con disfagia progressiva ovvero difficoltà nella deglutizione e discesa nello stomaco di solidi, semisolidi, liquidi), esofago di Barret (alterazione della mucosa esofagea, correlata al reflusso acido gastrico, che può dare un rischio maggiore di sviluppare il tumore all’esofago).
I sintomi più comuni
La malattia da reflusso gastroesofageo è multifattoriale e può manifestarsi in vari modi. Ecco alcuni esempi: dolore retrosternale, che può simulare anche un dolore cardiaco e che può irradiarsi al collo e al dorso; bruciore retrosternale; bruciore retrofaringeo; otite; dolore toracico; asma; laringite posteriore, edema della laringe; tosse cronica; polmoniti; erosioni dentali ecc…
Quali sono le cause?
Negli ultimi 30 anni la prevalenza della malattia da reflusso gastroesofageo è drasticamente aumentata in Occidente, complice:
– l’aumento dell’obesità,
– il sempre maggiore l’utilizzo abituale di alimenti ultra-processati,
– il consumo di alcol, di caffeina e di spezie piccanti
– il fumo.
Soffrono di questo disturbo anche persone con peso normale e sottopeso, ma un aumento dell’adipe viscerale favorisce per pressione sui visceri la risalita del contenuto gastrico in esofago.
Come intervenire?
Per la gestione del reflusso è fondamentale la correzione dello stile di vita, delle abitudini alimentari, del controllo del peso. Per farlo, la dott.ssa Missori ha creato una guida completa, un manuale ricco di strategie quotidiane, menù antireflusso e gastrite e nutraceutici di supporto.
Cos’è la gastrite?
Lo stomaco è la sede della gastrite. Quella che ti dà bruciore, eruttazioni, cattiva digestione ma anche malassorbimento.
Lo stomaco è un tratto del canale alimentare che ha la forma di una “J” che accoglie il cibo che arriva dall’esofago per poi trasferirlo nel duodeno. Di fatto funziona come un serbatoio per immagazzinare il cibo ingerito, permettendo un’alimentazione intermittente, avviando il fisiologico processo digestivo e riversando il proprio contenuto in modo controllato e ordinato in considerazione della ridotta capacità di volume del duodeno.
L’integrità della sua mucosa – la mucosa gastrica – dipende dall’equilibrio tra la secrezione di sostanze aggressive (come l’acido cloridrico e la pepsina) e quella di sostanze protettive (come il bicarbonato e il muco). Quando l’equilibrio si rompe insorgono gastriti e ulcere.
Le cause più comuni
Qualità del cibo scadente, cibi ultra-processati e irritanti per lo stomaco, abuso di farmaci, abuso di alcol e caffè, bevande con edulcoranti nocivi, infezioni, processi autoimmunitari, fumo, allergie possono rompere questo equilibrio e causare gastriti, di vario tipo.
Lo stress cronico non gestito rientra tra i fattori che possono rompere questo equilibrio, perché favorisce la secrezione gastrica anche a digiuno e ciò può rallentare il recupero dell’equilibrio.
Un altro fattore che dobbiamo necessariamente chiamare in causa è la fretta.
A causa della fretta, mastichiamo poco e male, dimenticando che lo stomaco non ha i denti.
In assenza di una corretta ingestione del cibo si avrà la percezione di stomaco pieno, di cattiva digestione. E poi ancora bruciore e rigurgiti.
I sintomi più comuni: eccone alcuni
• dolore, crampi, bruciore epigastrico;
• dispepsia (difficoltà digestiva);
• eruttazioni;
• nausea;
• vomito;
• indigestione;
• sintomi cardiaci (sindrome gastrocardiaca).
I sintomi possono peggiorare in relazione al pasto e all’assunzione di determinati alimenti, al digiuno e allo stato di stress, che li può anche scatenare.
Come intervenire?
Oltre ai cibi “si” e ai cibi “no”, occorre prestare attenzione anche alle necessarie strategie quotidiane da adottare. Alcune di queste sono legate al movimento del nostro corpo e al respiro. Altre prevedono l’applicazione di specifiche accortezze in cucina. Nel libro “Stop reflusso e gastrite” la dott.ssa Missori presenta 21 strategie.